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27/10/2016
ACCP PEDIGREE


12/07/2015
ALL AMERICAN DOG – WORLD CHAMPION 2015


22/05/2009
editoriale 03.2009

Vi riporto un elenco delle “scuse” più frequenti: devo traslocare e nella nuova casa non sono accettati i cani, devo trasferirmi all'estero per lavoro, sono incinta, è nato un bimbo e ho paura, ho divorziato, ho problemi economici, sono diventato allergico al pelo, fino ad arrivare a mia moglie non lo vuole più, rosicchia i mobili, fa la pipì in casa, fa le “puzze” e addirittura russa! Si avete capito bene, russa!

Con una frequenza in progressivo aumento, tanto da raggiungere le 4/5 chiamate a settimana, siamo contattati da ogni parte d'Italia da persone che, per le più svariate ragioni, vogliono disfarsi dei loro cani. E le telefonate si intensificano nei mesi che precedono l'estate.
Non voglio entrare nel merito dei motivi che spingono queste persone (tra le quali c'è sicuramente chi si trova ad affrontare difficoltà reali) a una tale scelta, ma va detto che a farne le spese sono degli animali di infinita sensibilità che, loro malgrado, sono costretti a subire le conseguenze di un abbandono.
Vi riporto un elenco delle “scuse” più frequenti: devo traslocare e nella nuova casa non sono accettati i cani, devo trasferirmi all'estero per lavoro, sono incinta, è nato un bimbo e ho paura, ho divorziato, ho problemi economici, sono diventato allergico al pelo, fino ad arrivare a mia moglie non lo vuole più, rosicchia i mobili, fa la pipì in casa, fa le “puzze” e addirittura russa! Si avete capito bene, russa!
Resta un fatto, innegabile: la stragrande maggioranza delle persone sceglie un cane con troppa superficialità. Se si aggiunge che i molossoidi sono razze impegnative, del tutto inadatte a persone inesperte, il cerchio si chiude.
Con il passare del tempo, sono diventata estremamente intollerante e aggressiva nei confronti di chi mi contatta, telefonicamente o via e-mail.
Perché ho scelto di scrivere questo editoriale?
Per due motivi: innanzitutto per invitare coloro che hanno pensato di prendere un cucciolo di riflettere molto bene sui pro e i contro, valutando come il nuovo membro della famiglia (perché un cane è questo) potrà modificare orari e abitudini e, diciamolo pure, la vita.
E anche per far riflettere coloro che, in assenza di motivazioni gravi, ma semplicemente con un po' di buona volontà e di spirito di sacrificio, possono ritornare sui loro passi, cambiare idea e fare scelte alternative proprio in funzione del fatto che, accanto a loro, vive un cane. Perché un cane, per l'amore incondizionato che nutre nei confronti del suo proprietario, anche se è il peggiore che si possa immaginare, si merita di essere nutrito, accudito e soprattutto amato fino alla fine dei suoi giorni.
Concludo con un invito agli allevatori che ritengo possano svolgere un ruolo di “prevenzione” di grande importanza ed efficacia: dialogate con chi desidera un cucciolo, cercate di capire se è effettivamente desiderato dal profondo e non rappresenta invece soltanto un capriccio, una voglia del momento e, infine, non vendete un cane da presa a chi non ha l'esperienza e la competenza necessarie, né ha intenzione di acquisirle. Con questo non voglio assolutamente che qualcuno possa pensare che intendo addossare agli allevatori la responsabilità degli abbandoni, né ho la pretesa che si trasformino tutti in novelli Sherlock Holmes. Sono convinta però che, con una maggiore senso di responsabilità da parte di tutti, il problema dell'abbandono potrebbe essere quantomeno arginato.
Roberta Albanesi

P.S. Mentre concludo queste righe, mi volto a guardare il nostro vecchio Rocco Bull che sonnecchia nella sua brandina, a pochi centimetri dalla mia scrivania. A giorni, compirà diciassette anni e mi prende una grande e profonda tristezza. In quest'ultimo anno, infatti, dopo che Moreno ed io avevamo voluto illuderci che il nostro Bull, sempre così vitale e pieno di salute, fosse una sorta di piccolo highlander, il tempo e con lui la vecchiaia, paiono essersi presi una rivincita. E' come se in un anno ne fossero trascorsi quindici. Il loro peso si fa sentire quando, all'ora della pappa (tre piccoli pasti al giorno, come ai cuccioli, per non appesantirlo), le zampe posteriori, dopo qualche secondo, tendono a cedere e Bull si ritrova quasi seduto. In quel momento i nostri sguardi spesso si incontrano e posso leggere nei suoi occhi non tanto la sofferenza quanto la gratitudine per quelle attenzioni, per quelle carezze e anche soltanto per quella compagnia che, Moreno e io, (rinunciando da tre anni a questa parte a qualsiasi vacanza o week-end) abbiamo deciso di non fargli mancare fino all'ultimo suo respiro.


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21/12/2021
Canidapresa_magazine n.02/2021


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